I Romani
La viticoltura in Epoca
romana A seguito dell'espansione
dell'impero e del dominio romano sui territori del mediterraneo,
tra il V ed il III secolo a.c., l'economia rurale, e specialmente
la viticoltura, subi' profonde trasformazioni. Le grandi importazioni di grano provenienti dalle nuove province
dell'impero crearono un calo della domanda e di conseguenza un
forte abbassamento di valore del grano prodotto in Italia. I grandi
proprietari terrieri cominciarono cosi' a rivedere le loro strategie
agricole e cosi' la coltivazione della vite divento' una delle
attivita' agricole piu' redditizie.
Il declino dell'Impero La viticoltura e l'enologia furono perfezionate dai romani
grazie anche all'aiuto di schiavi greci ed asiatici. La
bonta' del vino italiano divento' ben nota e la sua fama
apri' la strada alle esportazioni di prodotti enologici.
L'Impero Romano conquisto' un vero monopolio nella produzione
ed esportazione dei vini che raggiunse l'apice nel periodo
tra il II secolo Ac ed il I secolo d.c., periodo caratterizzato
da molte ed importanti opere letterarie sulla viticoltura
ed enologia.
La vite era considerata una pianta sacra dai Greci e dai Romani
e nelle regioni del sud Italia la viticoltura non smise mai
di fiorire.
Il declino e la crisi dell'Impero
Romano inizio' dal II secolo d.c. e le guerre civili, l'inasprimento
fiscale, l'indifferenza dei proprietari terrieri ed il progressivo
abbandono delle campagne portarono ad una riduzione considerevole
della pratica della viticoltura, al punto che la fine dell'Impero
Romano sembro' quasi trascinare con se anche la pratiche della
viticoltura.
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